Le elezioni del 4 marzo 2018 sono sempre più vicine. La politica italiana però non sembra pronta a intraprendere un nuovo percorso, o almeno a iniziarlo nel nome dei cittadini. Lo scenario che si prospetta non è certo roseo, tanto che le previsioni lanciano l’allarme dell’astensionismo. Non che sia una novità: sono ormai decenni che gli italiani si dimostrano sempre più scettici nei confronti delle promesse dei politici ma adesso pare che proprio non ne possano più. Non esiste un partito che si salvi, tra una destra che vede il ritorno di Berlusconi e una sinistra che non sa più da che parte iniziare con le proposte. Il Movimento 5 stelle, dal canto suo, deve fare i conti con tantissime incongruenze e con il fatto di non essere un vero partito. La gente, ammettiamolo, dovrà ancora una volta optare per il male minore: peccato che capire quale sia non sarà certo un’impresa facile!

La politica italiana, sicuramente, ha visto momenti migliori. L’aspetto che spaventa maggiormente risiede però proprio all’interno dei partiti stessi: la democrazia sta barcollando sia a destra che a sinistra. Pensiamoci un attimo: non esiste un partito che ha lasciato ai cittadini la scelta dei propri rappresentanti. Se nella destra Berlusconi l’aveva studiata bene sin dall’inizio e oggi si presenta circondato da candidati che nel tempo sono stati scelti con cura, anche nel Partito Democratico la democrazia ha dato i primi segni di cedimento. Il PD ha sempre lasciato scegliere gli italiani: i candidati, per statuto, dovevano essere selezionati attraverso le Primarie. Peccato che Renzi abbia preferito scegliere tutti da solo. Le cose non vanno certo meglio all’interno del Movimento 5 Stelle che sì, ha proposto una votazione online per la scelta dei candidati alle elezioni ma poi si è rimangiato tutto. Di Maio non si è fatto certo scrupoli nel ribaltare gli esiti delle votazioni online e proporre coloro che a lui andavano più a genio, mettendo ancora una volta la democrazia alle strette.

Che la democrazia quindi stia andando incontro ad una crisi epocale non è più un segreto e iniziano ad annusarlo anche i cittadini. I sondaggi parlano chiaro: c’è scetticismo, c’è rabbia da parte degli italiani e non c’è nemmeno più la spinta ad andare a votare. Nel cambiamento si continua a sperare, ma quello che i partiti non stanno più facendo è assecondare il volere del popolo. Continuano quindi le promesse più disparate ed improbabili, ma i sondaggi non tracciano un quadro positivo della situazione. Per il momento, sembra che questo 4 marzo sarà una data da dimenticare per la storia della politica italiana: il tasso di astensionismo potrebbe arrivare a livelli veramente altissimi, che non si vedevano da oltre 50 anni. Dobbiamo però essere cauti ed aspettare come si evolve la situazione: il rischio astensionismo, dopotutto, c’è sempre stato ed è ormai insito nella politica del nostro Paese. Non resta che sperare negli italiani e nel loro buonsenso: andare a votare rimane comunque la cosa migliore da fare, anche se la scelta, con queste premesse, non è facile.

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