Prende sempre più piede la cosiddetta repair economy, ovvero l’abitudine crescente di riparare gli oggetti invece che buttarli. Sono tanti i motivi per cui oggi un prodotto rotto o malfunzionante viene sempre più spesso riparato invece che sostituito. Le aziende hanno colto questa nuova tendenza e sono pronte a calcare l’onda proponendo servizi dedicati proprio alle riparazioni.

Stufi di combattere contro l’obsolescenza programmata e sempre più attenti alle tematiche ambientali, i consumatori preferiscono riparare oggetti tra i più disparati come elettrodomestici o anche indumenti. Infatti, oggi chi ripara elettrodomestici o fa la sarta è molto ricercato, tanto da ricevere molte offerte di lavoro. Vale lo stesso per il calzolaio di quartiere che, non a caso, ha una lista di attesa da far invidia a un ristorante. Vediamo però di capire quali sono i motivi che spingono sempre più persone a preferire le riparazioni, a prescindere dal tipo di oggetto rotto.

Per risparmiare

Il risparmio rappresenta una delle principali motivazioni che ha portato all’avvento della repair economy. Una recente situazioni di crisi e ristrettezza economica ha prodotto consumatori molto più attenti e oculati nella gestione delle spese. Se fino a pochi anni un elettrodomestico malfunzionante sarebbe finito in discarica, oggi si preferisce ripararlo perché le riparazioni restano meno costose rispetto all’acquisto del nuovo, evitando alti costi che incidono non poco sul bilancio mensile familiare. Per info e / o prenotazioni, vai su www.riparazione-elettrodomesticiroma.it

Per essere più sostenibili

In secondo luogo, quando si ricercano le motivazioni che hanno sancito il successo della repair economy occorre parlare anche di sostenibilità e stili di vita green. Al giorno d’oggi i consumatori sono molto più consapevoli rispetto a un tempo del loro impatto dal punto di vista ambientale. Sono più propensi a effettuare scelte di consumo più attente verso l’ambiente, tra cui riparare invece che buttare via. Comprare il nuovo, a prescindere dalla categoria merceologica, ha un impatto negativo non solo sul conto corrente in banca ma anche sull’ambiente. Infatti, si parla di inquinamento di acqua, aria e terreno nonché spreco di risorse preziose.