La variegata terminologia legata al linfodrenaggio e i diversi operatori che se ne occupano, hanno fatto sì che oggi ci sia molta confusione riguardo a questa tecnica: cerchiamo di fare chiarezza una volta per tutte.
Il linfodrenaggio, detto anche drenaggio linfatico manuale, costituisce una serie di tecniche manuali che hanno lo scopo di favorire il drenaggio dei tessuti. Questo tipo di massaggio ha origini molto antiche. Praticata in oriente in tempi remoti, essa arriva in occidente fra il XIX e il XX secolo entrando a far parte della medicina applicata, anche se non con grande successo. Ulteriori studi e modifiche alla tecnica fatte dal dott. Vodder la portarono alla diffusione e alla notorietà in campo medico. La scuola Vodder è ancora oggi quella più famosa e applicata.
I punti cardine di questa sono: il fare un massaggio leggero ben direzionato, il sollevamento degli arti per favorire il deflusso, la compressione mirata. Il tutto viene eseguito comunque in modo delicato per non fare danni alle strutture. Per fare bene le manovre bisogna avere una certa preparazione e fare specifici corsi che se un tempo erano solo per medici, oggi sono stati allargati anche alle estetiste a solo scopo estetico e non curativo.
A cosa serve e chi fa il linfodrenaggio
Il linfodrenaggio di norma viene fatto su chi soffre di gonfiore e edemi provocati dall’accumulo di liquido interstiziale nei tessuti. Le cause di questi possono essere di diversa natura. Questo tipo di massaggio oggi è fatto sia da medici specializzati che nei centri estetici migliori. Nel primo caso lo scopo è curativo mentre nel secondo, puramente estetico. I centri estetici d’eccellenza hanno a disposizione personale altamente preparato e con certificazioni in questo trattamento.
Esso è consigliato dopo interventi di liposuzione o liposcultura e a chi problemi antiestetici come la cellulite. I benefici sono reali, ma temporanei se non si comincia a corregge il proprio stile di vita. Alcuni centri effettuano il massaggio con macchinari specifici, con un sistema pneumatico che fa pressione sul tessuto. Anche al linfodrenaggio fatto con macchinari, tuttavia, si consiglia sempre l’affiancamento di quello manuale ed eventualmente all’utilizzo di tutori elastici.
Come viene fatto
Anche se talvolta c’è chi considera questa tecnica come una sorta di massaggio, in realtà non è esattamente corretto poiché quest’ultimo ha come zona d’interesse le fasce muscolari, mentre il drenaggio linfatico solo gli strati superiori di cute e sottocute. L’operatore che esegue il linfodrenaggio in linea di massima si può dire che esegua quattro tipi di movimento: quello a cerchi fermi, il tocco a pompa, quelli rotatori e gli erogatori.
La direzione del massaggio è quella verso cui dovrebbe defluire la linfa. Per eseguire un linfodrenaggio ben fatto occorrono gli spazi giusti e un lettino su cui il cliente può sdraiarsi e rilassarsi: non ci deve infatti essere tensione muscolare. Le parti che saranno escluse dal trattamento vanno coperte. Mano a mano che si progredisce con il massaggio la pressione viene incrementata. In questo tipo di trattamento (a differenza che nel massaggio) non vanno impiegati prodotti come oli o creme perché l’attrito è parte integrante della tecnica.