Il crowdfunding ha ormai preso piede in tutto il mondo o quanto meno nel mondo “digitalizzato”. Anche in Italia, dopo alcuni anni di remore, il fenomeno è entrato a far parte del sistema di finanziamento per start-up, imprese, persone ed organizzazioni umanitarie a vario livello. Ad avvalorare il percorso di crescita del crowdfunding in Italia, nel 2012, è arrivato anche un decreto legge interamente dedicato alla regolamentazione dell’equity crowdfunding, allargato poi nel 2017 a tutte le PMI (inizialmente potevano tentare la strada dell’equity esclusivamente le Startup innovative).

Se questo non bastasse a darvi conto del fenomeno, proviamo con qualche numero: secondo l’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, nel 2017 sono stati 11.586 i milioni di euro raccolti tramite finanziamento collettivo mentre nel 2018, considerando solo il primo semestre, la cifra è addirittura triplicata, arrivando a 33,3 milioni di euro.

Ma di cosa parliamo quando citiamo l’Equity Crowdfunding?

Il Crowdfunding in generale può essere definito come un finanziamento collettivo destinato a diverse finalità:  raccolta fondi  per scopi umanitari,  richiesta di denaro per finanziare progetti, raccolta di denaro per ricerche scientifiche e così via.  Ciascuna richiesta di finanziamento può essere gestita attraverso quattro modelli di Crowdfunding:

  • crowdfunding donation based: raccolta fondi per iniziative senza scopo di lucro
  • crowdfunding reward based: chi effettua una donazione in denaro, riceve una ricompensa non in denaro come ad esempio un premio, un riconoscimento etc
  • crowdfunding lending based: forma di microprestiti a persone o imprese
  • crowdfunding equity based: l’investitore partecipa al capitale sociale dell’impresa richiedente

In questo articolo ci occupiamo di Crowdfunding Equity-Based,  l’unica forma di crowdfunding  attualmente regolamentata in Italia.  La sua nascita è stata favorita dalla crisi finanziaria del 2008,  periodo in cui l’accesso al credito da parte delle imprese era piuttosto complicato e compromesso. Ma come funziona esattamente?

Il modello Equity non fa altro che sancire l’entrata in società di chi investe nel progetto, per questo si dice che il finanziamento avviene sotto forma di capitale di rischio:  i finanziatori, in cambio delle proprie iniezioni di denaro,  ottengono in sostanza delle quote di partecipazione della società con annessi diritti patrimoniali ed amministrativi.

In tema di crowdfunding equity-based, l’Italia, come accennato, è detentrice di un piccolo primato,  è infatti stato il primo Paese a regolamentare questa tipologia di crowdfunding  attraverso la Consob. L’organo si è fatto portatore di un apposito regolamento che consente a tutte le piccole e medie imprese di gestire piattaforme di Equity crowdfunding.

Crowdfunding immobiliare ed Equity Crowdfunding

Spiegato il concetto di Equity crowdfunding,  sarà senza dubbio semplice spiegare e comprendere quello di crowdfunding immobiliare. Nei paragrafi scorsi abbiamo definito il crowdfunding come un finanziamento collettivo che parte dal basso, democratizzando di fatto l’accesso al credito per qualsiasi tipologia di attività o settore. A questa tipologia di credito non si sottrae dunque nemmeno il mercato immobiliare, anche se si tratta di un’evoluzione abbastanza recente del fenomeno. Il modello più comune utilizzato nel crowdfunding immobiliare è appunto quello dell’Equity.

Il principio base è: gli investitori si aggregano nel partecipare economicamente ad un progetto di acquisizione di un bene immobile, acquisendo delle quote societarie. Secondo i dati del Politecnico di Milanoil crowdfunding immobiliare rappresenta una delle strade più promettenti di questo ultimo periodo,  basti pensare che fino allo scorso luglio sono stati raccolti 5.6 milioni di euro su progetti immobiliari  attraverso le piattaforme  Housers e Walliance. All’estero il real estate crowdfunding  è invece diventato già uno standard con oltre 100 piattaforme attive.

La strada per arrivare ai 5 miliardi di dollari raccolti America è senza dubbio lunga, ma se il buongiorno si vede dal mattino, l’Italia avrà sicuramente modo di dire la sua!